venerdì 15 gennaio 2010

Da spacciatore di droga ad assistente domiciliare

dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 14.01.2010

NOICATTARO IL COMUNE E LA GIUSTIZIA AVVIANO UN PROCEDIMENTO SPERIMENTALE: IL RAGAZZO AIUTERÀ ANZIANI E DISABILI
  Da spacciatore di droga ad assistente domiciliare 
  Così un giovane di buona famiglia sconterà la condanna a 8 mesi - di VITO PRIGIGALLO

«Lavori forzati». Con una massiccia dose di ironia qualcuno ha così definito la «misura alternativa alla pena» cui sarà sottoposto un giovane di Noicattaro. Il quale, condannato alla pena di otto mesi di reclusione e in attesa di scontarla, sarà al centro di una sperimentazione piuttosto rara dalle nostri parti, frutto dell’accordo tra i Servizi sociali del Comune di Noicattaro e l’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna del Tribunale di Bari. Un giovane «normale», proveniente da una famiglia altrettanto «normale».
Caduto nella trappola della droga. Avrebbe dovuto scontare gli otto mesi per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Invece di passare 240 giorni in quella che secondo più di un osservatore spesso si trasforma in «palestra» della malavita per allenarsi alla illegalità, il ragazzo nojano potrà rendersi utile alla società. Svolgendo appunto lavori di pubblica utilità per un anno. Il protocollo sarà firmato lunedì prossimo, 18 gennaio, e sancirà un accordo già raggiunto tra i due enti. Prevede l’affidamento del condannato ai Servizi sociali comunali. Il progetto pilota non avrà alcun costo per l’ente locale. Il Dpr 309 del 1990 e il decreto legislativo 274 del 2000 prevedono infatti che il lavoro di pubblica utilità consiste nella «prestazione di attività non retribuita in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato ovvero all’inter no di strutture private organizzate». In generale, precisa ancora la normativa, l’attività è svolta «a favore di persone affette da Hiv, portatori di handicap, ammalati, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari o nel settore della protezione civile, nella tutela del patrimonio pubblico e ambientale e in varie altre attività pertinenti alla specifica professionalità del condannato».   
I Servizi sociali nojani hanno molteplici progettualità in corso (un bilancio dello stato di attuazione e delle prospettive future è stato al centro di un incontro con i cittadini e i soggetti del Terzo settore poco prima di Natale), tra   le quali quelle relative a lavori di piccola manutenzione (verde pubblico, piccoli interventi edili e simili). Ma, ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Donato Liturri, «per questo primo intervento abbiamo preferito fare impegnare il ragazzo nell’ambito dell’assistenza. Opererà nell’ambito dell’assistenza domiciliare integrata - ha aggiunto Liturri -, al fianco di operatori con professionalità avanzate. L’obiettivo è che comprenda appieno l’importanza del lavoro e che apprezzi il valore delle sue azioni finalizzate ad alleviare le sofferenze altrui». 
La convenzione Tribunale-Comune prevede che i «tutor» del ragazzo segnalino immediatamente all’Uepe «qualsiasi violazione, inosservanza o irregolarità nell’esecuzione dell’attività da parte del soggetto inserito nell’attività assistenziale», impegnandosi inoltre «a consentire in qualsiasi momento le attività di controllo da parte del Tribunale».   
Dice Liturri: «Nell’ordinamento c’è in effetti una cospicua dose di fiducia, un elemento fondamentale in un’esperienza di questo genere».

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